Il ruolo del Responsabile della prevenzione e corruzione negli Enti Locali

La figura del Responsabile della prevenzione, corruzione e della trasparenza  (RPCT) è stata introdotta dalla Legge Severino n. 190 del 2012. L’obiettivo è stato quello di inserire nell’ordinamento italiano una figura responsabile a garantire la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione.

Mentre a livello nazionale nasce l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), un organismo indipendente incaricato di emanare linee guide, in quanto atti che regolano le disposizioni operative e funzionali per supportare e guidare le pratiche degli enti  in funzione di una maggiore qualità nell’attività amministrativa. In queste linee guide si definiscono anche le funzioni del  RPCT.

Il ruolo e la nomina 

La norma in questione prevede che la nomina del RPCT è data dall’organo di indirizzo politico dell’ente attraverso l’adozione di un provvedimento. Tale soggetto viene individuato tra i dirigenti di ruolo, mentre negli enti locali di norma  è il segretario comunale o il dirigente apicale, ad eccezione di una diversa e motivata determinazione. 

Infatti nei Comuni dove non ci sono le figure dirigenziali può essere individuato tra i dipendenti con una posizione organizzativa di categoria C che ricopre il ruolo di responsabile dei servizi o che non ha la qualifica di dirigente, tale scelta deve essere opportunamente motivata nel provvedimento.

L’importanza del suo ruolo è quella di garantire un’immagine dell’amministrazione imparziale, garantire la trasparenza e applicare la normativa di riferimento. Ricordiamo che il concetto di “casa di vetro” nasce proprio dal fatto che i cittadini hanno la piena accessibilità e controllo dell’attività  amministrativa. Questi concetti giuridici sono garantiti dal ruolo che assume il responsabile.

Come viene individuato il RPCT? 

L’art 1, co. 7, della L. 190/2012  stabilisce che il RPCT viene scelto in base a determinati criteri, cioè deve avere un’adeguata conoscenza dell’organizzazione e del funzionamento dell’ente locale, con una buona autonomia valutativa e non deve essere in posizioni di conflitto d’interessi con la funzione che va ad occupare,

Il legislatore ha stabilito che l’incarico del RPCT debba essere attribuito a un dirigente della PA e ha previsto il divieto di far elaborare il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza a soggetti esterni, perciò l’incarico dato a soggetti esterni rappresenta un’eccezione che deve essere puntualmente motivata.

Quali sono le sue funzioni?

Le funzioni che deve svolgere il RPCT è quella di vigilare sul rispetto delle normative per garantire la trasparenza e del buon andamento dell’attività amministrativa, anche in merito alle disposizioni introdotte dal codice di comportamento.

Interviene su eventuali inconferibilità e incompatibilità degli incarichi di cui al medesimo decreto legislativo e segnala eventuali violazioni all’ANAC come stabilito dal recente istituto giuridico del whistleblowing.

Secondo l’articolo 1, comma 8, della legge 190/2012, il RPCT è incaricato di preparare il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPC) in via esclusiva e sottoporre all’organo di indirizzo per l’approvazione.

Come vengono svolte le sue funzioni? 

L’articolo 1, comma 7 della Legge 190/2012), stabilisce che la sua funzione è quella di segnalare all’ Organo di indirizzo e all’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) le “disfunzioni”  riguardanti l’attuazione delle misure in materia di prevenzione della corruzione e della trasparenza. 

Inoltre, devono indicare all’Ufficio per il Procedimento Disciplinare (UPD), i nominativi dei dipendenti che non hanno attuato le misure anti-corruzione e di trasparenza. Un esempio è la mancata pubblicazione su Amministrazione Trasparente degli atti sottoposti ad obbligo di pubblicazione.

Per garantire l’informazione e il riesame per le richieste di accesso civico, come stabilito dall’articolo 5 comma 7, del D.lgs 33/2013, segnala all’Ufficio di Disciplina i casi di mancato adempimento degli obblighi di pubblicazione come indicato nel comma 10. 

Come già anticipato è responsabile della diffusione e monitoraggio dei Codici di Comportamento, come previsto dall’articolo 15, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, numero 62. 

Occorre precisare che la sua funzione svolge un ruolo chiave nell’assicurare la legalità, la trasparenza e l’integrità nell’amministrazione pubblica, garantendo il rispetto delle normative e il corretto funzionamento delle istituzioni.

Rotazione degli Incarichi, Formazione e Responsabilità

Il RPCT ha un ruolo centrale anche nella gestione del personale, perché deve assicurare che le misure previste dal Piano di Prevenzione della Corruzione siano realmente applicate. Una delle sue funzioni principali è garantire la rotazione degli incarichi negli uffici più esposti al rischio di corruzione, così da evitare situazioni di eccessiva permanenza che potrebbero favorire comportamenti illeciti.
Ogni anno, entro il 31 gennaio, il RPCT deve anche definire le procedure per selezionare il personale destinato a lavorare nei settori più sensibili.

La sua responsabilità è anche quella di monitorare e garantire l’adeguata condotta dei dipendenti all’interno della Pubblica Amministrazione. Se viene scoperto un reato di corruzione che è stato commesso all’interno dell’amministrazione e che è stato confermato con una sentenza definitiva, il RPCT potrebbe essere chiamato a rispondere di una responsabilità dirigenziale e disciplinare, oltre che per eventuali danni erariali e di immagine dell’Amministrazione.

Tuttavia, il RPCT non è ritenuto responsabile se ha predisposto il Piano anticorruzione prima della commissione del fatto, rispettando le disposizioni di legge, e ha verificato adeguatamente l’efficace attuazione del Piano e la rotazione degli incarichi.

Un altro compito importante riguarda la formazione. Il RPCT, insieme ai dirigenti delle risorse umane e all’organo di indirizzo politico, deve organizzare percorsi formativi mirati per i dipendenti che operano in aree a rischio. Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e Trasparenza deve prevedere sia una formazione generale per tutto il personale, sia una formazione specifica per RPCT, referenti, dirigenti e funzionari dei settori più sensibili.

Infine, il RPCT svolge un ruolo rilevante anche nel controllo della performance, perché ogni anno, entro il 15 dicembre, deve inviare all’OIV e al Consiglio una relazione sui risultati raggiunti. Tale documento deve poi essere pubblicato nel sito istituzionale dell’amministrazione, garantendo trasparenza verso i cittadini.

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